Forwarded from Ambasciata Russa in Italia/Посольство РФ в Италии
La parte russa sollecita la comunità internazionale a reagire immediatamente e con la massima serietà agli attacchi che il regime di Kiev continua a mettere in atto ai danni degli impianti russi per l’energia nucleare, imponendo a Kiev di smetterla di giocare con le vite di interi popoli e Paesi, sia in Europa che in altri continenti; vite che questo regime ormai impazzito è pronto a offrire in sacrificio alla propria politica criminale provocando una catastrofe nella nostra maggiore centrale nucleare, quella di Zaporozhye.
L’ennesimo tentativo di colpire duramente la centrale nucleare di Zaporozhye e la città di Energodar, dove risiedono i dipendenti che lavorano presso la centrale e le loro famiglie, è stato messo in atto dalle formazioni armate ucraine il 5 gennaio, alla vigilia del Natale ortodosso. Grazie all’impegno, all’abnegazione e alla professionalità dei militari russi, il massiccio raid aereo messo in atto dalla parte ucraina con l’ausilio di aerei drone (droni ad ala fissa) è stato respinto, evitando così che vi fossero vittime e danni. I livelli di radioattività risultano essere nella norma. I sanguinosi piani di Zelensky e dei suoi fiancheggiatori banderisti sono stati sventati.
Allo stesso tempo, è evidente che, nel subire una sconfitta dopo l’altra e nel sentirsi inesorabilmente mancare la terra sotto i piedi, la cricca criminale di Kiev continuerà a commettere soverchierie se non dovesse incontrare una reazione decisa e adeguata da parte della comunità globale.
Non esistono scusanti né giustificazioni per le azioni compiute dalla parte ucraina, che nel più totale disprezzo del diritto internazionale e delle norme per la sicurezza nucleare continua a puntare armi, missili e droni contro gli impianti russi per l’energia nucleare.
Ciò che possono fare oggi tutti quei Paesi veramente responsabili, che non intendono restare indifferenti e hanno a cuore la sicurezza nucleare è, quantomeno, mostrare a Kiev, in maniera diretta e inequivocabile, che la rotta distruttiva da loro intrapresa è inaccettabile ed è oggetto di condanna [da parte della comunità internazionale].
Auspichiamo che i sostenitori occidentali di Zelensky abbiano il coraggio sufficiente per richiamarlo all’ordine, fosse anche solo per istinto di sopravvivenza.
Ci aspettiamo delle valutazioni obiettive e una reazione ben chiara in merito a quanto accaduto da parte dei vertici dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), tanto più che gli attacchi del 5 gennaio sono avvenuti letteralmente sotto gli occhi degli stessi tecnici dell’Agenzia che erano presenti nella centrale nucleare di Zaporozhye. È chiaro che né lo scorso dicembre, quando un convoglio di mezzi che trasportava gli esperti dell’AIEA ed era diretto verso la centrale nucleare di Zaporozhye rimase coinvolto in un bombardamento ucraino, né durante i recenti attacchi condotti ai danni della centrale, il regime di Kiev ha mai riflettuto, neppure per un minuto, sul fatto che così facendo avrebbe messo a repentaglio anche la vita dei funzionari del Segretariato AIEA. Evidentemente, a Zelensky di loro non interessa. È da tempo giunta l’ora che l’AIEA chiami le cose con il loro nome e faccia sapere alla parte ucraina che questi attacchi, siano essi ai danni della centrale di Zaporozhye o delle altre centrali nucleari russe, sono inammissibili.
L’ennesimo tentativo di colpire duramente la centrale nucleare di Zaporozhye e la città di Energodar, dove risiedono i dipendenti che lavorano presso la centrale e le loro famiglie, è stato messo in atto dalle formazioni armate ucraine il 5 gennaio, alla vigilia del Natale ortodosso. Grazie all’impegno, all’abnegazione e alla professionalità dei militari russi, il massiccio raid aereo messo in atto dalla parte ucraina con l’ausilio di aerei drone (droni ad ala fissa) è stato respinto, evitando così che vi fossero vittime e danni. I livelli di radioattività risultano essere nella norma. I sanguinosi piani di Zelensky e dei suoi fiancheggiatori banderisti sono stati sventati.
Allo stesso tempo, è evidente che, nel subire una sconfitta dopo l’altra e nel sentirsi inesorabilmente mancare la terra sotto i piedi, la cricca criminale di Kiev continuerà a commettere soverchierie se non dovesse incontrare una reazione decisa e adeguata da parte della comunità globale.
Non esistono scusanti né giustificazioni per le azioni compiute dalla parte ucraina, che nel più totale disprezzo del diritto internazionale e delle norme per la sicurezza nucleare continua a puntare armi, missili e droni contro gli impianti russi per l’energia nucleare.
Ciò che possono fare oggi tutti quei Paesi veramente responsabili, che non intendono restare indifferenti e hanno a cuore la sicurezza nucleare è, quantomeno, mostrare a Kiev, in maniera diretta e inequivocabile, che la rotta distruttiva da loro intrapresa è inaccettabile ed è oggetto di condanna [da parte della comunità internazionale].
Auspichiamo che i sostenitori occidentali di Zelensky abbiano il coraggio sufficiente per richiamarlo all’ordine, fosse anche solo per istinto di sopravvivenza.
Ci aspettiamo delle valutazioni obiettive e una reazione ben chiara in merito a quanto accaduto da parte dei vertici dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), tanto più che gli attacchi del 5 gennaio sono avvenuti letteralmente sotto gli occhi degli stessi tecnici dell’Agenzia che erano presenti nella centrale nucleare di Zaporozhye. È chiaro che né lo scorso dicembre, quando un convoglio di mezzi che trasportava gli esperti dell’AIEA ed era diretto verso la centrale nucleare di Zaporozhye rimase coinvolto in un bombardamento ucraino, né durante i recenti attacchi condotti ai danni della centrale, il regime di Kiev ha mai riflettuto, neppure per un minuto, sul fatto che così facendo avrebbe messo a repentaglio anche la vita dei funzionari del Segretariato AIEA. Evidentemente, a Zelensky di loro non interessa. È da tempo giunta l’ora che l’AIEA chiami le cose con il loro nome e faccia sapere alla parte ucraina che questi attacchi, siano essi ai danni della centrale di Zaporozhye o delle altre centrali nucleari russe, sono inammissibili.
Forwarded from Ambasciata Russa in Italia/Посольство РФ в Италии
🎙️Dall’intervento di Sergey Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, con alcune sue risposte alle domande dei media durante la conferenza stampa sul bilancio dell’attività diplomatica russa svolta nel 2024
(14 gennaio 2025)
Punti chiave
Multipolarismo e Occidente
• L’attuale fase storica rappresenta un'epocale contrapposizione tra coloro che propugnano i principi cardine dell’ordine basato sul diritto internazionale [...], principi sanciti nel documento più significativo in materia di diritto internazionale, ovvero la Carta delle Nazioni Unite, e coloro a cui, invece, questa Carta ormai non sta più bene, i quali, dopo la fine della Guerra Fredda, hanno deciso che non ci di dovesse più attenere alla Carta dell’ONU, bensì ai desiderata maturati in seno al cosiddetto “Occidente politico” [...], che sta tentando di osteggiare il movimento a favore del multipolarismo.
• Noi siamo stati costretti a respingere l’attacco e la guerra che l’“Occidente collettivo” ci ha scatenato contro al fine di soffocare il rivale di turno, ruolo che è stato nuovamente imposto alla Russia sulla scena internazionale. Suo obiettivo principale [dell’“Occidente collettivo”] è quello d'indebolire la Russia sul piano geopolitico, attuando, ai confini russi e sul territorio stesso della Federazione Russa, minacce militari dirette mirate a stroncare il nostro potenziale strategico.
• La resistenza ai diktat occidentali ha già riacquistato forza, trovando espressione nelle nuove economie emergenti e nei nuovi centri finanziari che stanno nascendo in Cina, in India, nei Paesi dell’ASEAN, nel mondo arabo, nella Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi e in Russia, così come nei Paesi che sono nostri alleati nell’ambito dell’Unione Economica Eurasiatica, della Comunità degli Stati Indipendenti, dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e dei BRICS. [...]
ONU
• Una riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è necessaria, in quanto numerosi Paesi che a livello globale hanno una rilevanza non indifferente nell’economia, nella finanza, nella politica e dal punto di vista degli equilibri militari non sono rappresentati.
• All’India e al Brasile spetterebbe già da tempo, e a pieno titolo, il diritto a vedersi riconosciuto un seggio permanente presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e analoga decisione vale per l’adesione permanente dell’Africa. Ma l’Occidente sta tentando di compromettere questo processo e di assicurarsi una posizione preferenziale.
Russia e Cina
• Il legame tra Russia e Cina costituisce uno dei principali fattori d'impatto stabilizzante sull’attuale vita politica internazionale e sulle dinamiche messe in atto, tra le altre cose, per alimentare scontri e ostilità negli affari internazionali; dinamiche in cui sono impegnati i nostri vicini della NATO, sotto la guida degli USA, sempre pronti a seminare la discordia e il caos, vuoi in Europa o nello Stretto di Taiwan, vuoi in Medio Oriente o in Africa. I loro piani, di lampante banalità, si manifestano dovunque. [...]
• Noi non vogliamo schierarci contro nessuno; desideriamo che tutti i Paesi operino in base al rispetto degli interessi di ogni loro partner. È questa la posizione condivisa sia da Mosca, sia da Pechino.
USA e Ucraina
• Quando Donald Trump, una volta assunta la Presidenza, esporrà la sua linea ufficiale in merito alla questione ucraina, la prenderemo in esame. Ciò che viene affermato al momento è soltanto da ricondursi alla fase preliminare all’insediamento. Ma il fatto stesso che si stiano iniziando a menzionare le realtà [determinatesi] “sul terreno” merita di essere accolto con favore.
🔗 Più dettagli
(14 gennaio 2025)
Punti chiave
Multipolarismo e Occidente
• L’attuale fase storica rappresenta un'epocale contrapposizione tra coloro che propugnano i principi cardine dell’ordine basato sul diritto internazionale [...], principi sanciti nel documento più significativo in materia di diritto internazionale, ovvero la Carta delle Nazioni Unite, e coloro a cui, invece, questa Carta ormai non sta più bene, i quali, dopo la fine della Guerra Fredda, hanno deciso che non ci di dovesse più attenere alla Carta dell’ONU, bensì ai desiderata maturati in seno al cosiddetto “Occidente politico” [...], che sta tentando di osteggiare il movimento a favore del multipolarismo.
• Noi siamo stati costretti a respingere l’attacco e la guerra che l’“Occidente collettivo” ci ha scatenato contro al fine di soffocare il rivale di turno, ruolo che è stato nuovamente imposto alla Russia sulla scena internazionale. Suo obiettivo principale [dell’“Occidente collettivo”] è quello d'indebolire la Russia sul piano geopolitico, attuando, ai confini russi e sul territorio stesso della Federazione Russa, minacce militari dirette mirate a stroncare il nostro potenziale strategico.
• La resistenza ai diktat occidentali ha già riacquistato forza, trovando espressione nelle nuove economie emergenti e nei nuovi centri finanziari che stanno nascendo in Cina, in India, nei Paesi dell’ASEAN, nel mondo arabo, nella Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi e in Russia, così come nei Paesi che sono nostri alleati nell’ambito dell’Unione Economica Eurasiatica, della Comunità degli Stati Indipendenti, dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e dei BRICS. [...]
ONU
• Una riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è necessaria, in quanto numerosi Paesi che a livello globale hanno una rilevanza non indifferente nell’economia, nella finanza, nella politica e dal punto di vista degli equilibri militari non sono rappresentati.
• All’India e al Brasile spetterebbe già da tempo, e a pieno titolo, il diritto a vedersi riconosciuto un seggio permanente presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e analoga decisione vale per l’adesione permanente dell’Africa. Ma l’Occidente sta tentando di compromettere questo processo e di assicurarsi una posizione preferenziale.
Russia e Cina
• Il legame tra Russia e Cina costituisce uno dei principali fattori d'impatto stabilizzante sull’attuale vita politica internazionale e sulle dinamiche messe in atto, tra le altre cose, per alimentare scontri e ostilità negli affari internazionali; dinamiche in cui sono impegnati i nostri vicini della NATO, sotto la guida degli USA, sempre pronti a seminare la discordia e il caos, vuoi in Europa o nello Stretto di Taiwan, vuoi in Medio Oriente o in Africa. I loro piani, di lampante banalità, si manifestano dovunque. [...]
• Noi non vogliamo schierarci contro nessuno; desideriamo che tutti i Paesi operino in base al rispetto degli interessi di ogni loro partner. È questa la posizione condivisa sia da Mosca, sia da Pechino.
USA e Ucraina
• Quando Donald Trump, una volta assunta la Presidenza, esporrà la sua linea ufficiale in merito alla questione ucraina, la prenderemo in esame. Ciò che viene affermato al momento è soltanto da ricondursi alla fase preliminare all’insediamento. Ma il fatto stesso che si stiano iniziando a menzionare le realtà [determinatesi] “sul terreno” merita di essere accolto con favore.
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Forwarded from Ambasciata Russa in Italia/Посольство РФ в Италии
❓Domanda: Ieri si è appreso che nel seminterrato di un edificio situato nel villaggio di Russkoe Porečnoe, nella regione di Kursk, i militari russi hanno scoperto i corpi di alcuni civili che gli invasori neonazisti hanno torturato e, in seguito, ucciso senza pietà. Si tratta dei corpi mutilati di persone anziane, le quali, evidentemente, non hanno potuto opporre resistenza. Nelle immagini diffuse dai media sono visibili ecchimosi e ferite d’arma da fuoco, ma anche mani legate. Umanamente parlando, esistono forse parole adeguate per commentare quanto accaduto? Lei che cos’ha da dire in merito?
🎙️Risposta: Da un punto di vista umano, universale, è davvero difficile commentare le immagini strazianti diffuse dai media. Chiaramente, non esiste spiegazione logica né può esserci comprensione alcuna per quanto accaduto. Tali atrocità rappresentano un’ulteriore, eclatante attestazione dell’essenza terrorista e neonazista del regime di Kiev, che per l’ennesima volta, spinto dalla ferocia dovuta alla propria impotenza militare e politica e nel contesto delle numerose sconfitte subite sul fronte di battaglia, ha messo in atto un cruento massacro ai danni della popolazione civile.
Ciò è esattamente quello che i Paesi dell’Occidente collettivo e i loro politici stessi, che coprono e incoraggiano i nazisti di Kiev, si aspettano dai banderisti. [I Paesi dell’Occidente collettivo] distolgono con freddezza lo sguardo da tali azioni criminali, continuano ad autorizzare le forniture di armamenti al regime di Kiev e ostacolano i tentativi atti ad avviare indagini internazionali sui crimini commessi dal regime. Fingono, con fare amichevole e composto, che non stia accadendo nulla di grave, sebbene tale condotta costituisca una gravissima violazione del diritto umanitario internazionale e delle Convenzioni di Ginevra. Tutto questo conferma, per l’ennesima volta, che la volontà di annientare tutto ciò che è russo rientra in quei “valori europei” che, come i tanto “civilizzati” sostenitori dei banderisti amano declamare, il regime di Kiev sta difendendo.
Per cui è evidente che una reazione chiara e distinta al brutale assassinio di civili innocenti non giungerà neppure stavolta, né da parte degli organismi internazionali quali l’OSCE e l’ONU, né da parte dei loro dipartimenti competenti. I segretariati di tali organizzazioni, che sono controllati dall’Occidente, continuano a voler mantenere il silenzio, o in alternativa a cercare di cavarsela con affermazioni generiche prive di reale contenuto in merito a quanto loro siano “contrari alla violenza”; mentre nel frattempo, di fatto, coprono i responsabili dell’uccisione di cittadini innocenti, residenti in centri abitati e villaggi pacifici, e si rendono, in questo modo, complici di tali atrocità.
Comprendiamo che ormai non avrebbe alcun senso fare appello a coloro che sono ormai intrappolati nelle grinfie dell’Occidente e che non intendono fare nulla per ristabilire la giustizia e per individuare e punire i colpevoli. Di questo ci occuperemo noi. Le autorità d’indagine della Federazione Russa faranno tutto il necessario per individuare i colpevoli, i quali saranno poi inevitabilmente puniti come meritano e sconteranno condanne effettive, cosa che sta già accadendo per molti altri crimini che, come accertato, sono stati commessi dal regime di Kiev.
🎙️Risposta: Da un punto di vista umano, universale, è davvero difficile commentare le immagini strazianti diffuse dai media. Chiaramente, non esiste spiegazione logica né può esserci comprensione alcuna per quanto accaduto. Tali atrocità rappresentano un’ulteriore, eclatante attestazione dell’essenza terrorista e neonazista del regime di Kiev, che per l’ennesima volta, spinto dalla ferocia dovuta alla propria impotenza militare e politica e nel contesto delle numerose sconfitte subite sul fronte di battaglia, ha messo in atto un cruento massacro ai danni della popolazione civile.
Ciò è esattamente quello che i Paesi dell’Occidente collettivo e i loro politici stessi, che coprono e incoraggiano i nazisti di Kiev, si aspettano dai banderisti. [I Paesi dell’Occidente collettivo] distolgono con freddezza lo sguardo da tali azioni criminali, continuano ad autorizzare le forniture di armamenti al regime di Kiev e ostacolano i tentativi atti ad avviare indagini internazionali sui crimini commessi dal regime. Fingono, con fare amichevole e composto, che non stia accadendo nulla di grave, sebbene tale condotta costituisca una gravissima violazione del diritto umanitario internazionale e delle Convenzioni di Ginevra. Tutto questo conferma, per l’ennesima volta, che la volontà di annientare tutto ciò che è russo rientra in quei “valori europei” che, come i tanto “civilizzati” sostenitori dei banderisti amano declamare, il regime di Kiev sta difendendo.
Per cui è evidente che una reazione chiara e distinta al brutale assassinio di civili innocenti non giungerà neppure stavolta, né da parte degli organismi internazionali quali l’OSCE e l’ONU, né da parte dei loro dipartimenti competenti. I segretariati di tali organizzazioni, che sono controllati dall’Occidente, continuano a voler mantenere il silenzio, o in alternativa a cercare di cavarsela con affermazioni generiche prive di reale contenuto in merito a quanto loro siano “contrari alla violenza”; mentre nel frattempo, di fatto, coprono i responsabili dell’uccisione di cittadini innocenti, residenti in centri abitati e villaggi pacifici, e si rendono, in questo modo, complici di tali atrocità.
Comprendiamo che ormai non avrebbe alcun senso fare appello a coloro che sono ormai intrappolati nelle grinfie dell’Occidente e che non intendono fare nulla per ristabilire la giustizia e per individuare e punire i colpevoli. Di questo ci occuperemo noi. Le autorità d’indagine della Federazione Russa faranno tutto il necessario per individuare i colpevoli, i quali saranno poi inevitabilmente puniti come meritano e sconteranno condanne effettive, cosa che sta già accadendo per molti altri crimini che, come accertato, sono stati commessi dal regime di Kiev.
Forwarded from Ambasciata Russa in Italia/Посольство РФ в Италии
🎨 Lo scorso dicembre si sono celebrati i 225 anni dalla nascita del grande pittore russo Karl Brjullov.
In occasione di questa ricorrenza, presso l’Ambasciata della Federazione Russa a Roma è stata inaugurata una mostra a cielo aperto dedicata alle opere realizzate dall’artista in Italia. La mostra esibisce le riproduzioni di tali dipinti, che fanno parte delle collezioni del Museo di Stato Russo e della Galleria Tret’jakov.
📸 1 - Il monumento a Karl Brjullov situato nel Cimitero acattolico del Testaccio
2 - La mostra a cielo aperto che esibisce le riproduzioni delle opere realizzate da Karl Brjullov
3 - La targa commemorativa in Via di San Claudio a Roma
In occasione di questa ricorrenza, presso l’Ambasciata della Federazione Russa a Roma è stata inaugurata una mostra a cielo aperto dedicata alle opere realizzate dall’artista in Italia. La mostra esibisce le riproduzioni di tali dipinti, che fanno parte delle collezioni del Museo di Stato Russo e della Galleria Tret’jakov.
📸 1 - Il monumento a Karl Brjullov situato nel Cimitero acattolico del Testaccio
2 - La mostra a cielo aperto che esibisce le riproduzioni delle opere realizzate da Karl Brjullov
3 - La targa commemorativa in Via di San Claudio a Roma
Forwarded from Ambasciata Russa in Italia/Посольство РФ в Италии
🎨В декабре 2024 года исполнилось 225 лет со дня рождения великого русского художника Карла Брюллова.
По этому случаю в Посольстве России в Италии открылась уличная выставка репродукций картин из коллекций Государственного Русского музея и Третьяковской галереи, посвященная творчеству художника в Италии.
📸 1 - Памятник К.П.Брюллову на некатолическом кладбище «Тестаччо»
2 - Уличная выставка репродукций картин К.П.Брюллова
3 - Мемориальная табличка на ул. Св.Клаудио в Риме
По этому случаю в Посольстве России в Италии открылась уличная выставка репродукций картин из коллекций Государственного Русского музея и Третьяковской галереи, посвященная творчеству художника в Италии.
📸 1 - Памятник К.П.Брюллову на некатолическом кладбище «Тестаччо»
2 - Уличная выставка репродукций картин К.П.Брюллова
3 - Мемориальная табличка на ул. Св.Клаудио в Риме
Forwarded from Ambasciata Russa in Italia/Посольство РФ в Италии
📰 Intervista del "Fatto Quotidiano" all'Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Alexey Paramonov
(23 gennaio 2025)
Punti chiave
Rapporti bilaterali
• Se prendiamo l’economia, non sarà più possibile recuperare quei vantaggi unilaterali di cui l’Italia beneficiava, in qualità di partner occidentale privilegiato prima dell’URSS, e in seguito della Russia, in termini di approvigionamento di fonti di energia a basso costo e di libero accesso al vasto mercato russo.
• Nel suo rapporto di recente pubblicazione, Confartigianato ha stimato che le perdite economiche e di altro tipo subite dall’Italia a causa delle politiche anti-russe intraprese ai vertici ammonterebbero a circa 155 miliardi di euro, quasi 80 miliardi dei quali sarebbero legati all’aumento dei costi dell’energia.
Ucraina
• Sorprende anche il fatto che, dal momento in cui la crisi in Ucraina è entrata nella fase più acuta e dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale condotta dalla Russia al fine di normalizzare la crisi, da Bruxelles, così come, del resto, dalle altre capitali del “giardino europeo”, della “culla della civilizzazione cristiano-giudaica”, dalla “roccaforte della diplomazia internazionale e multilaterale”, Roma compresa, non è giunta nemmeno una proposta, nemmeno una considerazione, nemmeno un’idea riguardante le possibili vie diplomatiche e di pace che potessero portare al superamento dell’impasse e alla risoluzione della crisi politica e militare più grave mai vista in Europa in tutto il periodo post-bellico. Cosa che non ha comunque impedito a tutta una serie di Paesi appartenenti alla Maggioranza mondiale o ai loro raggruppamenti di avanzare proposte estremamente significative e di grande avvedutezza per una risoluzione della crisi.
Rapporti con l’Occidente
• La rotta intrapresa dall’Occidente in direzione di una chiusura ai rapporti con la Russia, che ormai viene portata avanti da quasi tre anni, ha reso necessaria da parte nostra una seria riconsiderazione delle priorità che ci hanno guidato nel corso degli ultimi decenni. In generale, tale cambio di rotta da parte dell’Occidente collettivo era comunque prevedibile, visto e considerato che la guerra alla Russia l’avevano già dichiarata nel lontano 1994, quando presero la decisione di ampliare la NATO verso Est, decisione che era priva di qualunque ragionevole fondamento.
• La transizione verso una politica di contenimento della Russia, di fatto, è stata un tentativo di tutelarsi in maniera molto arrogante e cinica nell’eventualità che il nostro Paese tornasse ad essere una delle maggiori potenze mondiali e un importante attore nel campo della politica estera; che, in definitiva, è proprio ciò che è accaduto.
Dottrina nucleare russa
• Vorrei ricordare che la Russia, proprio alla vigilia dell’avvio dell’Operazione Militare Speciale, e cioè nel novembre del 2021, ha sottoscritto la Dichiarazione per la Prevenzione della guerra nucleare. Nel testo del documento si indica chiaramente che “nell’implementazione delle politiche afferenti all’ambito della deterrenza nucleare, la Russia si fa guidare con rigore e coerenza dal postulato riguardante l’inammissibilità di una guerra nucleare, nella quale non possono esserci vincitori, e che mai dovrà essere scatenata”.
• Tali nuovi fondamenti non vanno a modificare l’essenza dei nostri approcci di principio, ma garantiscono soltanto alla Russia la possibilità di attuare in maniera tempestiva delle contromisure nell’eventualità in cui si verifichi un’aggressione ai danni del nostro Paese e dei suoi alleati. Ci piacerebbe poter contare sul fatto che questo documento venga recepito in Occidente non come una minaccia, ma bensì, prima di tutto, come un ennesimo, serio avvertimento in merito alle quantomai realistiche conseguenze di una loro cosiddetta “escalation graduale” che talvolta si avvicina moltissimo agli scenari della dottrina nucleare russa.
🔗 Il testo integrale
(23 gennaio 2025)
Punti chiave
Rapporti bilaterali
• Se prendiamo l’economia, non sarà più possibile recuperare quei vantaggi unilaterali di cui l’Italia beneficiava, in qualità di partner occidentale privilegiato prima dell’URSS, e in seguito della Russia, in termini di approvigionamento di fonti di energia a basso costo e di libero accesso al vasto mercato russo.
• Nel suo rapporto di recente pubblicazione, Confartigianato ha stimato che le perdite economiche e di altro tipo subite dall’Italia a causa delle politiche anti-russe intraprese ai vertici ammonterebbero a circa 155 miliardi di euro, quasi 80 miliardi dei quali sarebbero legati all’aumento dei costi dell’energia.
Ucraina
• Sorprende anche il fatto che, dal momento in cui la crisi in Ucraina è entrata nella fase più acuta e dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale condotta dalla Russia al fine di normalizzare la crisi, da Bruxelles, così come, del resto, dalle altre capitali del “giardino europeo”, della “culla della civilizzazione cristiano-giudaica”, dalla “roccaforte della diplomazia internazionale e multilaterale”, Roma compresa, non è giunta nemmeno una proposta, nemmeno una considerazione, nemmeno un’idea riguardante le possibili vie diplomatiche e di pace che potessero portare al superamento dell’impasse e alla risoluzione della crisi politica e militare più grave mai vista in Europa in tutto il periodo post-bellico. Cosa che non ha comunque impedito a tutta una serie di Paesi appartenenti alla Maggioranza mondiale o ai loro raggruppamenti di avanzare proposte estremamente significative e di grande avvedutezza per una risoluzione della crisi.
Rapporti con l’Occidente
• La rotta intrapresa dall’Occidente in direzione di una chiusura ai rapporti con la Russia, che ormai viene portata avanti da quasi tre anni, ha reso necessaria da parte nostra una seria riconsiderazione delle priorità che ci hanno guidato nel corso degli ultimi decenni. In generale, tale cambio di rotta da parte dell’Occidente collettivo era comunque prevedibile, visto e considerato che la guerra alla Russia l’avevano già dichiarata nel lontano 1994, quando presero la decisione di ampliare la NATO verso Est, decisione che era priva di qualunque ragionevole fondamento.
• La transizione verso una politica di contenimento della Russia, di fatto, è stata un tentativo di tutelarsi in maniera molto arrogante e cinica nell’eventualità che il nostro Paese tornasse ad essere una delle maggiori potenze mondiali e un importante attore nel campo della politica estera; che, in definitiva, è proprio ciò che è accaduto.
Dottrina nucleare russa
• Vorrei ricordare che la Russia, proprio alla vigilia dell’avvio dell’Operazione Militare Speciale, e cioè nel novembre del 2021, ha sottoscritto la Dichiarazione per la Prevenzione della guerra nucleare. Nel testo del documento si indica chiaramente che “nell’implementazione delle politiche afferenti all’ambito della deterrenza nucleare, la Russia si fa guidare con rigore e coerenza dal postulato riguardante l’inammissibilità di una guerra nucleare, nella quale non possono esserci vincitori, e che mai dovrà essere scatenata”.
• Tali nuovi fondamenti non vanno a modificare l’essenza dei nostri approcci di principio, ma garantiscono soltanto alla Russia la possibilità di attuare in maniera tempestiva delle contromisure nell’eventualità in cui si verifichi un’aggressione ai danni del nostro Paese e dei suoi alleati. Ci piacerebbe poter contare sul fatto che questo documento venga recepito in Occidente non come una minaccia, ma bensì, prima di tutto, come un ennesimo, serio avvertimento in merito alle quantomai realistiche conseguenze di una loro cosiddetta “escalation graduale” che talvolta si avvicina moltissimo agli scenari della dottrina nucleare russa.
🔗 Il testo integrale
Forwarded from Ambasciata Russa in Italia/Посольство РФ в Италии
📰 Интервью Посла России в Италии А.В.Парамонова газете «Фатто Куотидиано»
(23 января 2025 г.)
Основные тезисы
Двусторонние отношения
• Если взять экономику, то, безусловно, нельзя будет вернуть односторонние выгоды, которые получала Италия в качестве привилегированного западного партнера СССР, а затем России от поставок дешевых энергоносителей и свободного доступа на емкий российский рынок.
• В своем недавно опубликованном докладе Всеобщая конфедерация итальянских ремесленников оценила экономические и иные потери Италии в связи с принятым ее руководством антироссийским курсом почти в 155 млрд евро, из которых почти 80 млрд – повышенные расходы на оплату энергии.
Украина
• Удивительно и то, что с момента вступления кризиса на Украине в горячую фазу и начала российской СВО для его урегулирования из Брюсселя, как, впрочем, и из других столиц «европейского сада», «колыбели христиано-иудейской цивилизации» и «оплота международной и многосторонней дипломатии», включая Рим тоже, не прозвучало ни одного предложения, ни одного соображения, ни одной идеи относительно мирных, дипломатических путей преодоления конфликта и урегулирования самого серьезного военно-политического кризиса в Европе за весь послевоенный период. Что не помешало, однако, выступить с весьма содержательными и дельными предложениями на этот счет целому ряду стран мирового большинства и их объединений. Достаточно вспомнить об инициативе группы африканских государств, предложения Китая, Бразилии и ряда стран Персидского залива.
Отношения со странами Запада
• Курс Запада на прекращение отношений с Россией, который реализуется уже почти три года, потребовал серьезно переосмыслить приоритеты, которыми мы руководствовались на протяжении последних десятилетий. В целом данный разворот коллективного Запада, однако, был предсказуем, учитывая, что войну России он объявил еще в 1994 г., когда принял решение о расширении НАТО на Восток, для которого не было никаких разумных обоснований. Переход к политике сдерживания России фактически стал попыткой хеджирования ситуации на случай успеха нашей страны в восстановлении статуса одной из ведущих мировых держав и важного внешнеполитического игрока, что в итоге и произошло.
Ядерная доктрина
• Напомню, что Россия как раз на кануне СВО, в ноябре 2021 г. подписала Заявление о предотвращении ядерной войны. В его тексте прямо указано, что «при осуществлении политики в области ядерного сдерживания Россия строго и последовательно руководствуется постулатом о недопустимости ядерной войны, в которой не может быть победителей и которая никогда не должна быть развязана». <...>
• Нам хотелось бы рассчитывать, что этот документ будет воспринят на Западе не как угроза, а, прежде всего, как очередное, очень серьезное предупреждение относительно весьма реальных последствий практикуемой ими так называемой «последовательной эскалации», которая иногда приближается к сценариям, предусмотренным российской ядерной доктриной.
🔗 Полная версия
(23 января 2025 г.)
Основные тезисы
Двусторонние отношения
• Если взять экономику, то, безусловно, нельзя будет вернуть односторонние выгоды, которые получала Италия в качестве привилегированного западного партнера СССР, а затем России от поставок дешевых энергоносителей и свободного доступа на емкий российский рынок.
• В своем недавно опубликованном докладе Всеобщая конфедерация итальянских ремесленников оценила экономические и иные потери Италии в связи с принятым ее руководством антироссийским курсом почти в 155 млрд евро, из которых почти 80 млрд – повышенные расходы на оплату энергии.
Украина
• Удивительно и то, что с момента вступления кризиса на Украине в горячую фазу и начала российской СВО для его урегулирования из Брюсселя, как, впрочем, и из других столиц «европейского сада», «колыбели христиано-иудейской цивилизации» и «оплота международной и многосторонней дипломатии», включая Рим тоже, не прозвучало ни одного предложения, ни одного соображения, ни одной идеи относительно мирных, дипломатических путей преодоления конфликта и урегулирования самого серьезного военно-политического кризиса в Европе за весь послевоенный период. Что не помешало, однако, выступить с весьма содержательными и дельными предложениями на этот счет целому ряду стран мирового большинства и их объединений. Достаточно вспомнить об инициативе группы африканских государств, предложения Китая, Бразилии и ряда стран Персидского залива.
Отношения со странами Запада
• Курс Запада на прекращение отношений с Россией, который реализуется уже почти три года, потребовал серьезно переосмыслить приоритеты, которыми мы руководствовались на протяжении последних десятилетий. В целом данный разворот коллективного Запада, однако, был предсказуем, учитывая, что войну России он объявил еще в 1994 г., когда принял решение о расширении НАТО на Восток, для которого не было никаких разумных обоснований. Переход к политике сдерживания России фактически стал попыткой хеджирования ситуации на случай успеха нашей страны в восстановлении статуса одной из ведущих мировых держав и важного внешнеполитического игрока, что в итоге и произошло.
Ядерная доктрина
• Напомню, что Россия как раз на кануне СВО, в ноябре 2021 г. подписала Заявление о предотвращении ядерной войны. В его тексте прямо указано, что «при осуществлении политики в области ядерного сдерживания Россия строго и последовательно руководствуется постулатом о недопустимости ядерной войны, в которой не может быть победителей и которая никогда не должна быть развязана». <...>
• Нам хотелось бы рассчитывать, что этот документ будет воспринят на Западе не как угроза, а, прежде всего, как очередное, очень серьезное предупреждение относительно весьма реальных последствий практикуемой ими так называемой «последовательной эскалации», которая иногда приближается к сценариям, предусмотренным российской ядерной доктриной.
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Forwarded from Ambasciata Russa in Italia/Посольство РФ в Италии
❓Domanda: Nel corso della recente conferenza stampa di fine anno, il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia nutre simpatia sia per il pubblico italiano che per l’Italia di per sé. Tale “sentire” si estende anche al Governo italiano guidato dalla premier Giorgia Meloni? E può l’Italia avere un ruolo nella risoluzione delle ostilità in Ucraina o nella tutela degli interessi russi all’interno dell’Unione Europea, magari agendo da ponte tra la Russia e l’UE?
🎙️Risposta: È così, i russi nutrono una simpatia sincera per il popolo italiano, amano la grandissima ricchezza culturale dell’Italia, ne apprezzano l’arte e l’eccellenza creativa. E gli italiani sono, nella maggior parte dei casi, persone cordiali e di buon senso. Abbiamo molto in comune, come ad esempio l’aspirazione alla bellezza e alla giustizia, il riguardo nei confronti dei legami familiari, così come il genuino interesse che proviamo gli uni per gli altri.
Allo stesso tempo, però, non si può certo fare affidamento su categorie astratte quali la simpatia e l’antipatia quando si parla di relazioni interstatali. Nel definire la nostra politica nei confronti dell’Italia, a guidarci sono gli interessi nazionali fondamentali e il principio della reciprocità. Purtroppo però, i rapporti tra la Russia e l’Italia stanno attraversando la crisi più profonda mai vista sin dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, e la responsabilità di tutto ciò è da attribuirsi, senza dubbio, ai vertici di Roma. Perché è per volere delle autorità italiane che sono stati congelati tutti i meccanismi di cooperazione istituzionale, e che si è giunti al collasso dei rapporti bilaterali. In buona sostanza, è andato perduto un bagaglio che avevamo accumulato nel corso di diversi decenni.
Non ci soffermeremo a chiederci quanto tempo ancora ci vorrà affinché i vertici di Roma si risveglino e si rendano conto dell’enorme danno economico, sociale e di immagine generato da questa linea sconsiderata intrapresa dall’Occidente collettivo, mirata a infliggere alla Russia una “sconfitta strategica” e a contenere il nostro Paese per mezzo di sanzioni illegittime. È evidente che il ripristino di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa tra la Russia e l’Italia risponderebbe agli interessi dei popoli di entrambi i Paesi. Tuttavia, e lo sottolineiamo ancora una volta, il nostro dialogo bilaterale si è interrotto per colpa di Roma, e spetta quindi a Roma il compito di porre rimedio alle conseguenze delle proprie azioni dissennate.
Per quanto riguarda la seconda parte della Sua domanda, è molto difficile immaginare che ruolo potrebbe giocare nella risoluzione del conflitto ucraino un Paese che sin dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale si è schierato in prima fila tra coloro che hanno scelto di appoggiare una linea anti-russa, ostile nei nostri confronti; un Paese che non solo intende sostenere “a 360 gradi” e “finché sarà necessario”, come ama affermare il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, il sanguinario regime neonazista di Kiev, ma che a questo regime fornisce anche un supporto non indifferente in termini di armamenti, tecnologie militari e aiuti finanziari.
Date le posizioni anti-russe assunte dall’Italia, non noi vediamo questo Paese né come un potenziale partecipante al processo di pace, né, tantomeno, come un qualche “difensore degli interessi russi all’interno dell’Unione Europea”: cosa che, nelle attuali circostanze, suona francamente ridicola.
Se in Italia desiderano contribuire realmente, in maniera concreta, a una risoluzione pacifica [del conflitto], allora in primo luogo dovranno interrompere le forniture di armi al regime di Kiev e smettere di inviare in Ucraina tecnologie militari e armamenti sempre più moderni, perché questo non farà altro che facilitare un’escalation incontrollata della crisi, oltre che provocare ancora più vittime, anche tra la popolazione civile.
🎙️Risposta: È così, i russi nutrono una simpatia sincera per il popolo italiano, amano la grandissima ricchezza culturale dell’Italia, ne apprezzano l’arte e l’eccellenza creativa. E gli italiani sono, nella maggior parte dei casi, persone cordiali e di buon senso. Abbiamo molto in comune, come ad esempio l’aspirazione alla bellezza e alla giustizia, il riguardo nei confronti dei legami familiari, così come il genuino interesse che proviamo gli uni per gli altri.
Allo stesso tempo, però, non si può certo fare affidamento su categorie astratte quali la simpatia e l’antipatia quando si parla di relazioni interstatali. Nel definire la nostra politica nei confronti dell’Italia, a guidarci sono gli interessi nazionali fondamentali e il principio della reciprocità. Purtroppo però, i rapporti tra la Russia e l’Italia stanno attraversando la crisi più profonda mai vista sin dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, e la responsabilità di tutto ciò è da attribuirsi, senza dubbio, ai vertici di Roma. Perché è per volere delle autorità italiane che sono stati congelati tutti i meccanismi di cooperazione istituzionale, e che si è giunti al collasso dei rapporti bilaterali. In buona sostanza, è andato perduto un bagaglio che avevamo accumulato nel corso di diversi decenni.
Non ci soffermeremo a chiederci quanto tempo ancora ci vorrà affinché i vertici di Roma si risveglino e si rendano conto dell’enorme danno economico, sociale e di immagine generato da questa linea sconsiderata intrapresa dall’Occidente collettivo, mirata a infliggere alla Russia una “sconfitta strategica” e a contenere il nostro Paese per mezzo di sanzioni illegittime. È evidente che il ripristino di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa tra la Russia e l’Italia risponderebbe agli interessi dei popoli di entrambi i Paesi. Tuttavia, e lo sottolineiamo ancora una volta, il nostro dialogo bilaterale si è interrotto per colpa di Roma, e spetta quindi a Roma il compito di porre rimedio alle conseguenze delle proprie azioni dissennate.
Per quanto riguarda la seconda parte della Sua domanda, è molto difficile immaginare che ruolo potrebbe giocare nella risoluzione del conflitto ucraino un Paese che sin dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale si è schierato in prima fila tra coloro che hanno scelto di appoggiare una linea anti-russa, ostile nei nostri confronti; un Paese che non solo intende sostenere “a 360 gradi” e “finché sarà necessario”, come ama affermare il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, il sanguinario regime neonazista di Kiev, ma che a questo regime fornisce anche un supporto non indifferente in termini di armamenti, tecnologie militari e aiuti finanziari.
Date le posizioni anti-russe assunte dall’Italia, non noi vediamo questo Paese né come un potenziale partecipante al processo di pace, né, tantomeno, come un qualche “difensore degli interessi russi all’interno dell’Unione Europea”: cosa che, nelle attuali circostanze, suona francamente ridicola.
Se in Italia desiderano contribuire realmente, in maniera concreta, a una risoluzione pacifica [del conflitto], allora in primo luogo dovranno interrompere le forniture di armi al regime di Kiev e smettere di inviare in Ucraina tecnologie militari e armamenti sempre più moderni, perché questo non farà altro che facilitare un’escalation incontrollata della crisi, oltre che provocare ancora più vittime, anche tra la popolazione civile.